FRANCESCO MOLINARI: PRIMO GIRO (66, -6)
– Un gran primo giro
“Un ottimo inizio come l’anno scorso, forse anche meglio. Sono partito subito molto bene con birdie sulle prime due buche, poi ho avuto un momento di assestamento e sulle seconde nove sono riuscito ad accelerare il ritmo. Tutto bene, però, è solo una partenza”.
– Pensi che ti metta pressione il fatto di essere al comando?
“No. Sapevo fin dall’inizio quello che dovevo fare, e domani non credo che avrò più pressione di oggi. Ero teso e nervoso sulle prime buche, anche perché c’è molto in palio questa settimana, poi sono riuscito a giocare bene e a gestire le emozioni”.
– Hai avuto subito un buon feeling su un campo che conosci bene
“Sono stato seguito da tanta gente, forse anche di più di quanta ce ne fosse l’anno scorso. Fa piacere un pubblico così numeroso che viene a seguire il golf in Italia: è molto importante. Il campo è simile al 2013, ma c’è un rough più alto e che crea difficoltà”.
– Il tuo putting è sicuramente migliorato rispetto a dodici mesi addietro.
“L’anno scorso avevo iniziato a lavorare con Stockton da soli cinque giorni e sicuramente ho fatto tanti miglioramenti. Sono in un buon periodo di forma anche se nelle ultime tre gare in America non ho raccolto quello che speravo“.
– Sulla Ryder ?
“McGinley è stato vice capitano nelle ultime due Ryder Cup dove io ho giocato e sa benissimo cosa posso portare alla squadra. Mi stima e mi apprezza come giocatore e tutto l’anno ci parliamo e ci inviamo messaggi e so qual è la mia situazione”.
– Il prossimo anno ?
“Giocherò più tempo in America e penso che sia importante per la mia carrriera, poiché ritendo che quell’esperienza possa darmi ancora qualcosa in più”.
EDOARDO MOLINARI: PRIMO GIRO 71 (-1)
– Raccontaci il tuo giro
“Non sono riuscito a prendere il ritmo giusto, faticando soprattutto nei tee shot. Per il gioco espresso, il ‘meno 1’ va considerato un ottimo score.”
– Il campo si sta rivelando più ostico del previsto. Quali sono le principali difficoltà?
“E’ un percorso insidioso, soprattutto lo sono i par 3. Se poi si finisce in rough, si fa veramente fatica a creare l’occasione per il birdie”.
– Cosa non ha funzionato nei colpi da tee a green?
“Non me lo so spiegare. Nei giri di prova riuscivo a essere sempre in fairway. Oggi, invece, alla buca 11, -la mia seconda odierna – ho sbagliato il colpo iniziale, anche a causa del sole negli occhi, e questo errore ha influito dal punto di vista psicologico sul resto della gara. Lavorerò in campo pratica per trovare il feeling giusto”.
– Che idea ti sei fatto della competizione che si sta svolgendo tra alcuni giocatori per entrare nella formazione europea della Ryder Cup?
“Penso sarà una sfida fra Stephen Gallacher, mio fratello Francesco e Lee Westwood. Dando per scontata la partecipazione di Ian Poulter e di Luke Donald, se Chicco riuscirà a giocare molto bene, potrebbe avere chances di essere selezionato da Paul McGinley, altrimenti vedo favorito Westwood. Ho visto in ottima forma Chicco e mi auguro possa fare un grande Open”.
MATTEO MANASSERO: PRIMO GIRO 73 (+1)
– Che giudizio dai al tuo primo round?
“Non è stato un giro molto soddisfacente. Il campo si è confermato complicato e se non si centrano i fairway, è arduo avvicinarsi alla buca senza alzare gli score. Nelle seconde nove buche, le prime del percorso poiché ho iniziato dalla 10ª, sono riuscito a crearmi più occasioni per il birdie, ma non le ho sfruttate come avrei voluto”.
– Quali sono le buche più difficili?
“Non è semplice stabilirlo. Ognuna ha le sue insidie. Di sicuro, tutte necessitano di un tee shot molto preciso, per evitare di finire in rough e non trovarsi troppo penalizzati”.
– Che impressioni hai ricavato dai tuoi compagni di gioco Gallacher ed Edoardo Molinari?
“Indubbiamente entrambi hanno offerto una prestazione al di sotto delle loro potenzialità. Dodo ha avuto il merito di non perdersi mai d’animo, salvando in parecchie circostanze il par”.
– Gli score confermano una difficoltà diffusa fra tutti i concorrenti?
“E’ vero. Anche i giocatori più in forma mancano il fairway. E’ un tracciato che non perdona gli errori. Si corre facilmente il rischio di macchiare il proprio giro con bogey e doppi bogey. Chi riesce a giocare con profitto da tee a green, invece, si trova in posizione privilegiata per mettere a segno dei birdie”.
GUIDO MIGLIOZZI: PRIMO GIRO 71 (-1)
– Un buon primo giro…
“Sicuramente, anche se a un certo punto mi sono trovato di tre colpi sotto par e ho segnato due bogey che potevo evitare. Comunque sono soddisfatto. Il campo è tosto e bisogna porre la palla sempre al centro dei fairway, altrimenti si va in difficoltà. Tuttavia se si legge bene il campo le cose sono più facili, anche perché i green sono veloci”.
– Una stagione positiva la tua.
“Si, sono contento perché ho vinto gare importanti come l’European Nations Championship e il French International Boys. L’unico dispiacere è non aver fatto bene al British Amateurs e ai Campionati Europei Individuali, però sto esprimendomi bene e voglio continuare a mantenere questo feeling per entrare tra i migliori del world ranking amateur”.
– Giocare all’Open è diverso rispetto alle gare che affronti di solito ?
“E’ un ottima esperienza. Con i pro mi sento competitivo, perché già al top degli amateur il gioco è molto simile a quello che si vede sull’European Tour”.
– Quando il salto di categoria?
“Penso a fine 2015. Sono ancora un Under 18 e ho voglia di fare un altro anno così, cercando di migliorare ulteriormente grazie al mio maestro Nicola Bisazza, che in questa occasione è anche il mio caddie”.
GREGORY MOLTENI: PRIMO GIRO 70 (-2)
“Sono partito molto bene con due birdie. Potevo fare qualcosa di più alle buche 4 e 5, che concedono qualcosa, ma ci sta, mentre alla 7 ho sbagliato il tee shot e ho fatto bogey. Nelle seconde 9 non ho tirato benissimo dal tee e nelle buche corte non sono riuscito a porre la palla vicina ai green, che peraltro sono duri. Non siamo abituati a giocare tutti i giorni su un campo così bello e ben preparato. Ho remato un po’, ma il risultato è stato soddisfacente”.
– C’è la possibilità di attaccare nei par 5?
“Più che pensare ai par 5 occorre essere molto precisi e mandare la palla in fairway, perché se finisce nel rough si complica tutto. Mi sono trovato in situazioni difficili per questo motivo alla 15 e alla 18, ma sono riuscito ad evitare il bogey ed è stato già tanto. La prossima settimana parteciperò al Memorial Giorgio Bordoni al GC La Pinetina, un torneo dell’Alps Tour dove proverò a riprendere fiducia nel mio gioco. Non vado così male, però negli ultimi tempi ho perduto un po’ di feeling. Il golf è soprattutto convinzione e spero di ritrovarla presto”.
NINO BERTASIO: PRIMO GIRO 72 (PAR)
– Le tue prime 18 buche?
“E’ stato un peccato chiudere con 72 colpi dopo essere stato anche tre sotto par. Soprattutto il bogey alla 12 ha spezzato il mio ritmo di gioco. C’è rammarico anche per il bogey alla 16 a causa di un green mancato e alla 17 per effetto di un colpo finito fuori dal fairway”.
-Come affronterai il secondo giro?
“ Cercherò di mantenere la stessa concentrazione delle prime 11 buche nei tee shot. Forse il mese di inattività mi ha penalizzato e nella seconda fase del giro ho accusato un po’ di stanchezza psicofisica. Però vedo che anche altri giocatori più esperti stanno incontrando grandi difficoltà”.
RENATO PARATORE: PRIMO GIRO 72 (PAR)
– Come valuti la tua prestazione?
“Mi sono espresso bene, soprattutto da tee a green. Peccato non aver avuto un buon rendimento con il putter nelle seconde nove buche. L’ottimo feeling nel gioco lungo mi lascia fiducioso per il prosieguo del torneo”.
-Il cambio di fuso orario, dopo il ritorno dalla Cina, si è fatto sentire?
“Non nego di aver patito un po’ di stanchezza, però ieri ho sfruttato il pomeriggio per recuperare le energie”.
– Eri più teso oggi o durante le Olimpiadi giovanili?
“In entrambe le occasioni. A Nanchino sapevo di essere in lizza per una medaglia olimpica, qui avverto tanta attenzione attorno a me. Oggi c’erano molte persone a seguirmi”.
– Come hai trovato il campo?
“I green sono molto duri e il rough è veramente alto. Non è affatto semplice contenere gli score”.
– Come riesci a conciliare golf e studio?
“Studio la sera dopo gli allenamenti. Devo completare il liceo linguistico, poi mi concentrerò sul passaggio al professionismo”.
– A distanza di un anno dalla tua prima apparizione all’Open d’Italia in quali aspetti del gioco ti senti maturato?
“Le esperienze nei vari tornei mi hanno completato sia da un punto di vista tecnico che mentale. Chiaramente c’è ancora da migliorare”
STEPHEN GALLACHER: PRIMO GIRO 72 (PAR)
“Sono un po’ dispiaciuto per aver sbagliato un paio di colpi, ma tutto sommato non è andata male. Non sono così lontano dalla vetta, ma è stata una giornata dura. Ho avuto dei problemi con il driver e con il rough, quando la palla è finita fuori pista. Tutto sommato il risultato che ho ottenuto è giusto”.
– Questo campo ha un rough molto difficile?
“Abbastanza. E’ fondamentale andare diritto dal tee per poi poter puntar alla bandiera. E’ il modo in cui bisogna giocare qui. I colpi dal tee sono la chiave”.
– Stai pensando alla possibilità di entrare nella squadra europea di Ryder Cup oppure giochi senza preoccupartene?
“Una volta che entri in campo sei esclusivamente concentrato sul gioco e con la sola idea di fare birdie a ogni buca. Questa, in realtà, è la parte facile: è quando sei fuori dal percorso che cominci a pensarci. Ma non mi sto sottoponendo a troppa pressione. Voglio solo andare in campo pratica ed allenarmi per poter fare meglio domani”.
JOHN HAHN: PRIMO GIRO 67 (-5)
“Sono abbastanza soddisfatto. Ho adottato un buon piano di gioco che ha pagato. Bisogna restare fuori dal rough, perché ti penalizza molto e ci sono riuscito. Ho giocato aggredendo la palla e ne ho tratto dei benefici.
Il campo mi ricorda molto quelli della parte nord est degli Stati Uniti con molti alberi e, in una giornata dal tempo incerto, mi sono sentito quasi a casa. Spero di non ripetere gli errori della scorsa settimana quando sono andato in campo con troppa pressione e alla fine i nervi hanno ceduto”.
GARETH MAYBIN: PRIMO GIRO 67 (-5)
“Un buon giro. Occorre precisione dai tee e oggi ne ho avuta. Spero continui anche nei prossimi tre giorni per salire nel leaderboard. Il campo si addice alle mie caratteristiche: non è molto lungo e devi tirare delle palle basse dai tee. Non ci sono molte buche in cui utilizzare il driver. Anche se non sto giocando bene ottengo dei buoni risultati e questo è l’importante. Dovrei concentrarmi solo sullo score, ma come molti altri giocatori sono un perfezionista e pretendo che tutto vada bene. I margini sono molto sottili questi giorni: chiunque tra di noi ha la possibilità di vincere. E’ bello trovarsi a competere con i migliori”.