L’intervista al vincitore

Emozioni fortissime – “Sono state due giornate interminabili, non poteva esserci finale migliore. Sono felicissimo e stravolto. Nelle ultime buche non avevo più energia e nemmeno il controllo dei colpi. Ho concluso il torneo guidato soltanto dall’istinto. Contro un campione come Willett non ci si può mai rilassare e io ho sbagliato ad allentare la tensione alla 12ª buca quando avevo quattro colpi di vantaggio. Con un solo colpo di margine ho vissuto le stesse sensazioni delle due Ryder Cup giocate. Non voglio che questa vittoria resti un episodio isolato e lavorerò per continuare il mio percorso di crescita”.

Il tifo del pubblico – “Voglio ringraziare tutti gli spettatori che mi hanno dato un grande sostegno in tutti i giorni di gara. Non avevo mai visto un seguito di pubblico così coinvolgente nell’Open d’Italia. L’arrivo alla buca 18 è stato davvero emozionante. L’esultanza con il cappello scagliato a terra? Un modo per scaricare la tensione dopo un torneo molto intenso”.

Di nuovo campione 10 anni dopo – “Due vittorie molto diverse. Nel 2006 al Castello Tolcinasco ero agli inizi della carriera professionistica e non c’èrano molte aspettative nei miei confronti. Oggi, invece, ho dovuto gestire la pressione di un confronto molto intenso con un giocatore fenomenale come Willett”.

L’esperienza nel tour americano – “Credo che vi sarete accorti della mia crescita da quando mi confronto con i migliori al mondo nel circuito americano. Senza l’esperienza acquisita nei tornei statunitensi, oggi non sarei riuscito a portare avanti la gara nello stesso modo”.

Cambio di allenamento – “Ho lavorato molto sul gioco corto dall’inizio dell’anno, modificando la mia routine di allenamento, cercando di ricreare l’adrenalina della gara. Oltre alle indicazioni del mio allenatore Denis Pugh, ho seguito i consigli di Dave Stockton. Sono felice che questo successo sia arrivato proprio grazie a un ottimo rendimento sul green e una tenuta mentale solida”.

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