72° Open d’Italia presented by Damiani: le interviste della vigilia

Francesco Molinari

– Qual è il tuo stato di forma dopo un mese di stop?

“Dopo una sosta c’è qualche incognita in più. Mi sono allenato regolarmente sia in palestra sia nel gioco corto e ora cercherò di trovare rapidamente il miglior ritmo di gioco. Poter disputare la Pro Am mi permetterà di prendere subito le misure al percorso.”

– Il field è di ottima qualità. Quali giocatori, a tuo avviso, hanno maggiori chance di vittoria?

“Il livello del field è cresciuto molto rispetto alle passate edizioni. Credo sia doveroso riservare i favori del pronostico ai giocatori più in alto nel ranking come Martin Kaymer, Danny Willett e Bernd Wiesberger. Nel golf, tuttavia, gli ordini di merito contano relativamente. Prepariamoci a vedere qualche outsider in lotta per il titolo”.

– Sotto quali punti di vista ti sta arricchendo l’esperienza sul tour statunitense?

“Penso di aver migliorato il mio bagaglio tecnico, avvicinandomi maggiormente allo stile americano. Ho acquisito uno stile di gioco più aggressivo. Ho deciso di vivere questa nuova sfida con grandi stimoli e sono soddisfatto”.

– L’Italia è candidata per la Ryder Cup 2022. Come viene vissuta questa possibilità fra i giocatori del PGA Tour?

“La candidatura italiana viene vista con curiosità da tutti. Disputare la Ryder Cup a Roma sarebbe un’esperienza fantastica sia per gli spettatori sia per i partecipanti”.

Marco Crespi

– Con quale spirito affronti l’edizione di quest’anno dell’Open d’Italia?

“La mia stagione non sta andando particolarmente bene, ecco perché questa è un’occasione per ottenere quei buoni risultati che mi consentirebbero di tenere la “carta”. Anche se non sto giocando al meglio, sono comunque in buona forma. Tra l’altro, questo è il campo su cui sono golpisticamente cresciuto, dunque ho anche vantaggi obiettivi rispetto al resto del field: sarebbe un peccato non sfruttare un’occasione del genere. Devo solo fare in modo che entri qualche putt in più”

– Sei l’unico italiano che ha vinto in tutti e tre i circuiti continentali, passando per l’Alps Tour e per il Challenge Tour. Quanto ti ha aiutato questa tua esperienza precedente, una volta arrivato all’European Tour?

“Moltissimo, perché mi ha abituato a giocare sotto pressione. Vincere in tutte le categorie ti insegna a saper sfruttare l’occasione in quei momenti in cui devi saperlo fare”.

– Che cosa ti ha dato in più la vittoria nell’European Tour?

“Più fiducia in me stesso. Ci lavoravo da tanti anni, ottenerla ha significato dimostrare che non era poi così impossibile come poteva sembrare. Il livello di gioco generale è molto alto, ma ora so che anche il mio non è poi così distante”.

– Tu che conosci bene il campo, ci puoi dire quali sono le sue caratteristiche principali?

“Non è tra i più difficili, anzi: probabilmente ci saranno score molto bassi. Di sicuro è un campo dove bisogna tenere la palla in gioco, perché può finire facilmente tra le piante. Il rough non è altissimo, quindi non sarà molto punitivo finirci. I “bombardoni” non saranno così avvantaggiati, perché la posizione da cui tirare il secondo colpo, in fin dei conti, sarà sempre la stessa”.

– Cosa pensi del field di questo Open d’Italia?

“E’ ottimo, perché ci sono vincitori di Ryder Cup e di Major. Sarà molto emozionante vederli giocare sul “mio” campo, vedere come affrontano certe buche e perché fanno scelte diverse da quelle che farei io”.

– L’Italia è candidata a ospitare la Ryder Cup 2022: quali vantaggi porterebbe al nostro movimento golfistico?

“Sarebbe una spinta incredibile per il golf italiano. Sono molto fiducioso in una nostra vittoria, perché l’appeal che ha Roma sul pubblico dei golfisti, specie negli Stati Uniti, è enorme: sono convinto che gli americani sarebbero i primi a votare a favore dell’Italia”.

Darren Clarke

L’Italian Open è uno di quegli eventi che rendono lo European Tour così avvincente. Mette insieme storia e tradizione, i giocatori ricevono un vero e proprio trattamento reale quando sono qui. Tutti noi siamo sempre consapevoli di trascorrere una settimana fantastica, in Italia. E chissà se dipende dall’ottimo cibo e dall’altrettanto fantastico vino…

Ho diversi progetti da seguire in questo periodo, la Ryder Cup – per la quale guiderò il team America il prossimo anno – sta cominciando a rosicchiarmi sempre più tempo. Ma non voglio usare questo come scusa, perché comunque sto continuando a giocare e ad allenarmi. Certo, talvolta questo può causarmi qualche frustrazione quando mi trovo sul campo e non gioco bene. Ma la mia priorità attuale è la Ryder Cup e nient’altro.

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